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1928. L'India è un paese in subbuglio. La corona ormai fatica a mantenere la sua autorità sulla colonia, i cui abitanti si organizzano in partiti, movimenti e gruppi armati. Ogni giorno risuonano spari; ogni giorno, in qualche luogo, c'è battaglia. Un medico scozzese, capitato lì quasi per caso, si ritrova a prendere parte alle vicende di quegli anni, muovendosi fra signorotti e capi di Stato, fra santoni e guerriglieri, fra straccioni, truffatori e maharaja. Questa è la vera storia di William McLeay. Quali altre storie in questo libro: quella dell'ultimo ventennio di sovranità britannica, del suo declino strepitante e sanguinoso; quella del movimento d'indipendenza indiano, con le sue proteste e le sue guerre intestine; quella di Gandhi, un santo per alcuni, un nemico per molti altri; la storia di Nehru e dei politici del Congresso, di come l'India è stata costituita dopo l'Impero; la storia di Jinnah e dei musulmani della Lega, e di come ottennero il Pakistan; quella di Roy e del Partito Comunista d'India; quella di Bose e dell'Esercito Nazionale Indiano... Ma soprattutto c'è la storia, grandiosa e misconosciuta, di Ambedkar e degli intoccabili, delle loro lotte per uscire dalla dominazione induista, delle loro campagne per acquisire quei diritti e quella dignità che non avevano mai avuto né, prima di allora, pensato di poter avere.